Image by Michele Ficara Manganelli via Flickr
Ieri la Cassazione aveva reso definitive le condanne delle due imbonitrici televisive e oggi Vanna Marchi e la figlia Stefania sono state portate nel carcere di Bologna dove sconteranno la pena di 5 anni e mezzo di reclusione. L'avvocato chiederà una riduzione della pena.
Vanna Marchi nella prima auto dei carabinieri, la figlia Stefania Nobile nella seconda, poi una "Smart" con a bordo Francesco Campana, compagno e parzialmente complice della teleimbonitrice, quindi un'altra "Punto" dei militari e infine un'altra "Smart" guidata dal fidanzato di Stefania: un piccolo corteo per portare verso il carcere le responsabili della grande truffa attraverso la tv. E' passato nel pomeriggio davanti ai pochi cronisti che erano in attesa davanti alla villa di Castel del Rio, collina imolese, da quando ieri pomeriggio la Cassazione aveva reso definitive le condanne delle due donne. Prima tappa la caserma dei carabinieri di Imola, seconda tappa, verso le 20, il carcere della Dozza all'estrema periferia di Bologna.
L'AVVOCATO. "E' un peso che ci dovevamo togliere", aveva detto all'avvocato Liborio Cataliotti, parlandogli al telefono nella mattina, Vanna Marchi pensando a quella parte dei nove anni e sei mesi che dovrà ancora scontare. Inferiore di soli due mesi la condanna definitiva della figlia. Calcolando quanto già scontato e l'indulto dovrebbero tornare in libertà tra cinque anni e sei mesi e cinque anni e quattro mesi. Cataliotti ha annunciato che domani mattina presenterà ai giudici del tribunale di Sorveglianza bolognese tre istanze: una per la Marchi e l'altra per la figlia di liberazione anticipata "per ottenere altri tre mesi in meno di pena, vista la correttezza del loro comportamento in questi anni". Il legale ha anche ricordato come madre e figlia da quando sono ritornate libere hanno tenuto un comportamento corretto: "Hanno rispettato sempre le prescrizioni dell'autorità giudiziaria, non sono mai andate all'estero nonostante avessero in tasca il passaporto e hanno addirittura lavorato come cameriere al minimo salariale". La terza richiesta invece è un'istanza in cui il difensore chiederà di accertare se le condizioni di salute di Stefania siano compatibili con il carcere: "L'istanza sarà corredata da una relazione di un docente universitario sulla malattia di Stefania". Esemplare e collaborativo è stato anche il comportamento con i carabinieri nella casa di Castel del Rio (bella ma bisognosa di restauri) e in caserma durante lo svolgimento delle varie formalità. Le due donne dopo aver saputo della decisione della Cassazione ieri avevano addirittura telefonato ai carabinieri per sapere se dovevano presentarsi in caserma. L'unico a lamentarsi di qualcosa è stato Campana: non gli è piaciuto il piccolo assedio dei cronisti e qualche scampanellio nella notte, quando qualcuno voleva capire se Vanna Marchi e figlia fossero proprio lì. Infatti non erano scappate e stavano aspettando quel piccolo corteo.
L'Unione Sarda
Cittadini giornalisti
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